I gruppi di incontro #dallastessaparte sono un’esperienza di condivisione profonda e personale che ci doniamo ogni due settimane; hanno come obiettivo quello di stare insieme in un luogo protetto e sicuro nel quale possiamo concederci la possibilità di parlare di noi, di confrontarci con gli altri membri del gruppo, di elaborare spazi di crescita individuale e collettiva, di affinare l’arte dei rapporti umani.

Condividiamo l’idea che avere relazione pure e scevre da fraintendimenti, risentimento e processi di valutazione invasivi, possano essere fattori facilitanti per raggiungere sia obiettivi associativi, sia  per stare meglio con noi stessi.

La forma che abbiamo scelto di dare al nostro gruppo, parte dalle nostre esperienze professionali e personali; in questi tre anni, abbiamo deciso di preferire una forma non troppo strutturata: le condizioni affinché il gruppo parta sono determinate dal tempo che abbiamo deciso di trascorrere insieme, dal patto di segretezza e di rispetto reciproco. 

Tutti noi siamo contemporaneamente membri del gruppo e facilitatori, ognuno con la propria esperienza di lavoro e personale si prende la responsabilità del gruppo e del setting.

Il clima emotivo che cerchiamo è caratterizzato dalla fiducia, da una comunicazione non ambigua, dalla messa in pratica di un atteggiamento empatico nei confronti dell’altro. 

Il gruppo così può esistere in uno spazio di incontro non minaccioso in cui possiamo essere liberi di essere noi stessi, uno in rapporto con l’altro.

Attraverso la lettura di ciò che accade nei nostri gruppi, possiamo sperimentare alcuni dei fattori terapeutici tipici delle esperienze descritte in molta letteratura sulla dinamica dei gruppi:

l’auto esplorazione, l’accrescimento di consapevolezza personale, l’appartenenza a valori comuni,  la solidarietà, il rispecchiamento, l’espressione di esperienza personali significative, lo sviluppo di capacità curative  e risolutive, il confronto, l’espressione di sentimenti positivi e negativi.

Certamente così potrebbe sembrare quasi la panacea di tutti i mali, in realtà come tutte le esperienze umane, anche il gruppo di incontro può determinare processi di fallimento, frustrazione, svantaggio e rischio. 

Non sempre il solo tempo del gruppo è sufficiente a determinare cambiamenti durevoli, perciò si può sperimentare un senso di frustrazione o anche di fraintendimento; è possibile che il gruppo non esaudisca immediatamente una risoluzione del problema e che rimanga una tensione interna nell’individuo o nel gruppo. 

Una delle conseguenze dello spazio gruppale può essere il disvelamento di questioni in ombra con le conseguenze emotive che questo comporta, che non sempre possono essere curate immediatamente e con le quali il gruppo e i suoi membri devono fare i conti.

E’ chiaro che il gruppo così strutturato si sviluppa in un processo verticale ed orizzontale: il primo si esplica nel qui ed ora delle due ore del gruppo, il secondo nel tempo dei vari gruppi e lo si può sperimentare solo nel corso dei mesi e degli anni.

Così può accadere che all’inizio i vari membri del gruppo sono maggiormente centrati su di sè, intenzionati a sviscerare problematiche contingenti personali o del gruppo; spesso nelle prime fasi sperimentiamo frustrazione, si gira a vuoto, ci si sperimenta lentamente nella fiducia e nell’autenticità. 

Più si va avanti nel processo verticale più è possibile che le relazioni e le comunicazione siano caratterizzate da maggiore congruenza, verità e si rischi di più di mettersi in discussione in un’interazione sempre più libera.

Abbiamo infine sperimentare che è possibile prenderci anche un tempo al di là del gruppo, vale a dire tra un gruppo e l’altro, che permetta l’elaborazione di sentimenti di frustrazione o fraintendimento e nell’ambito del silenzio, del vivere gli spazi informali, dell’effetto salutare che può avere la convivialità e il restare insieme nonostante tutto. 

E’ possibile conoscere le prossime date delle nostre attività consultando il nostro calendario.

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